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vasca tattile bicocca

Questa pagina consiste in una raccolta di informazioni sulla biologia e sull’ecologia di alcuni invertebrati attualmente ospitati nella vasca tattile, un acquario marino allestito presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il linguaggio utilizzato è semplificato e talvolta fa riferimento a oggetti e situazioni del quotidiano. Può pertanto essere utilizzato con i bambini.

Il laboratorio della vasca tattile

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studentesse alle prese con la vasca tattile della bicocca

L’offerta formativa presso il Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria comprende, oltre a diversi corsi di Didattica della Biologia, alcuni laboratori che prevedono esperienze con animali, piante, funghi, ecosistemi.

Uno di questi, il Laboratorio della vasca tattile, consente agli studenti di intraprendere l’esperienza particolare del contatto con alcuni invertebrati che vivono nel nostro mare. Il Laboratorio si sviluppa infatti dall’idea di osservare animali che non facciano parte dell’immaginario collettivo come quelli domestici.

L'attività didattica

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stella marina

L’attività didattica proposta nel Laboratorio è basata su un percorso di conoscenza che parte dall’esperienza personale e tiene in grande considerazione anche le emozioni, per veicolare l’interesse sugli argomenti da affrontare. Gli studenti studiano gli animali tenendoli sul palmo della mano oppure, nel caso delle forme sessili, toccandoli leggermente con le dita.

Obiettivi didattici:

  • conoscenza di invertebrati marini
  • conoscenza di relazioni alimentari nell’ambiente marino
  • capacità di osservazione del comportamento di animali

Obiettivi pedagogici:

  • sensibilizzazione emotiva verso l’ambiente marino
  • meta-apprendimento attraverso i propri vissuti emotivi

Gli animali ospitati nella vasca tattile

Anemone

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anemone

Il corpo di Anemonia sulcata è suddiviso in tre parti: il piede che utilizza per attaccarsi alle rocce, il corpo vero e proprio e il disco orale al centro del quale è situata la bocca. Attorno al disco orale si trovano numerosi tentacoli la cui epidermide è ricca di numerose capsule urticanti. Queste, se stimolate, si aprono di scatto ed estroflettono dei filamenti (spesso dalla forma molto particolare e bellissima) che vanno a perforare la superficie del corpo della vittima immettendone sostanze urticanti.

Questi animali sono comuni sulle rocce esposte alla luce; spesso si trovano nelle acque poco profonde delle insenature.

Riccio di mare

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riccio di mare

Paracentrotus lividus ha tipicamente forma globosa. Il suo corpo è rivestito da piastre scheletriche saldate a formare una “corazza” e provviste di aculei mobili. Si muove lentamente usando sia questi aculei sia i pedicelli ambulacrali, che sono estroflessioni dell’epidermide. Si tratta di "tubicini“ che si riempiono e si svuotano dell'acqua che circola all'interno del corpo e che fungono da ventose. Quando sono pieni di acqua i pedicelli si allungano e, spinti in avanti, fanno presa sul substrato. Il riccio “si punta” su di essi e avanza; quindi i pedicelli si svuotano dell’acqua e si ritraggono.

Questi animali vivono su quasi tutti i substrati marini a partire dalla zona di marea fino a 1000 metri di profondità.

Oloturia

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oloturia

Holothuria tubulosa ha una forma cilindrica che giustifica il nome comune di cetriolo di mare. Il suo corpo è rivestito da piastre scheletriche che, essendo molto piccole e distanziate tra loro, consentono flessibilità al corpo. L’oloturia si sposta lentamente sul fondale usando la muscolatura e i pedicelli ambulacrali, estroflessioni dell’epidermide poste sul lato ventrale dell’animale. Si tratta di "tubicini“ che si riempiono e si svuotano dell'acqua che circola all'interno del corpo e che fungono da ventose. Quando sono pieni di acqua i pedicelli si allungano e, spinti in avanti, fanno presa sul substrato. L’animale “si punta” su di essi e avanza; quindi i pedicelli si svuotano dell’acqua e si ritraggono. L’oloturia si nutre di resti di vegetali e animali che ingerisce insieme al sedimento.

Pomodoro di mare

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pomodoro di mare

Il corpo di Actinia equina è distinto in:

  • disco pedale (con il quale si attacca al substrato)
  • corpo vero e proprio
  • disco orale che circonda la bocca e che porta numerosi tentacoli disposti in sei cerchie concentriche.

A. equina mangia piccoli animali (crostacei, molluschi, ecc.) che, trattenuti dai tentacoli, sono poi portati alla bocca.

Supera condizioni ambientali sfavorevoli staccandosi dal substrato e percorrendo lentamente brevi distanze.

Actinia equina è comune lungo tutta la costa rocciosa, dalla linea di alta marea fino a 2 metri di profondità.

Stella di mare

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stella di mare

Le stelle di mare hanno il corpo ricoperto da piastre robuste che, non essendo completamente saldate tra di loro, consentono una certa mobilità. Si spostano usando la muscolatura e i pedicelli ambulacrali, estroflessioni dell’epidermide poste sul lato ventrale dell’animale. Si tratta di "tubicini“ che si riempiono e si svuotano dell'acqua che circola all'interno del corpo e che fungono da ventose. Quando sono pieni di acqua i pedicelli si allungano e, spinti in avanti, fanno presa sul substrato. La stella “si punta” su di essi e avanza; quindi i pedicelli si svuotano dell’acqua e si ritraggono.

La bocca e l’ano, in posizione centrale, si aprono rispettivamente sul lato ventrale e dorsale del corpo. Le stelle di mare sono carnivore, si cibano prevalentemente di molluschi bivalve. Alcune hanno un particolare sistema di nutrizione: si posizionano sopra la preda e, facendo leva con i pedicelli ambulacrali, estroflettono il proprio stomaco e digeriscono la preda esternamente. Vivono sui fondali rocciosi, in zone riparate, a partire da 8-10 metri di profondità.

Cerianto

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cerianto

Cerianthus membranaceus è simile agli anemoni di mare ma ha il corpo molto più allungato alla cui estremità superiore, sul margine della bocca, sono situate quattro serie di  sottili tentacoli. Vive all’interno di un rivestimento membranoso (tubo) che sporge dal substrato. Il tubo, generato dall’animale stesso, è costituito da una mistura di cellule e di detriti cementati tra loro che solidificano a contatto con l’acqua. L’animale si rifugia nel tubo con movimenti contrattili rapidissimi in caso di pericolo.

C. membranaceus si nutre di plancton che arriva ai tentacoli in modo passivo, trasportato dalla corrente ed è convogliato nella bocca.