Aula gremita di studenti e partecipanti per la conclusione del ciclo di studi su EDUCAZIONE E TERRORISMO

Si è concluso il 5 dicembre scorso il ciclo di studi su “Educazione e terrorismo” promosso dal gruppo di ricerca composto dai pedagogisti del dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa (Francesca Antonacci, Marina Barioglio, Elisabetta Biffi, Lisa Brambilla, Micaela Castiglioni, Alessandro Ferrante, Andrea Galimberti, Maria Benedetta Gambacorti-Passerini, Emanuela Mancino, Alessandra Mussi, Francesca Oggionni, Cristina Palmieri, Giulia Pozzebon, Sergio Tramma, Stefania Ulivieri Stiozzi,Alessandro Ferrante, Alessandra Mussi, Giulia Pozzebon).

L’educazione è profondamente implicata e chiamata in causa dai temi e dalle problematiche connesse al terrorismo. Innanzitutto lo è l’educazione informale e diffusa: l’esperienza quotidiana, in ogni sua forma e in ogni luogo in cui accade (lavoro, territori, media, web, ecc.) promuove un certo modo di pensare, di sentire, di agire nel mondo, con gli altri, rispetto a se stessi. Ma ne è profondamente interessato anche il mondo dell’educazione formale e non formale: la scuola, i servizi. E non solo perché scuola e servizi si possono trovare ad affrontare direttamente situazioni toccate dalle nuove forme di terrorismo, ma anche perché, consapevoli o no, svolgono un ruolo importante nella costruzione di strumenti culturali e di strategie pragmatiche che aiutino le persone – dai bambini agli adulti – a vivere questa contemporaneità così segnata da paura, diffidenza, insicurezza.

Il 5 dicembre l’auditorium era affollato da studenti che, attenti e coinvolti, hanno ascoltato le parole di ospiti di eccezione, come, tra gli altri, Tahar Ben Jelloun, Shahrzad Houshmand, Sagit Yehoshua.

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