Più polvere in casa, meno polvere nel cervello

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Lea Melandri racconta la storia del modulo delle 150 ore e delle donne di Affori che parteciparono ai corsi

Giovedì 4 aprile, dalle 17:00 alle 18:30
Aula U6-10 – Edificio Agorà U6, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano


Le 150 ore sono il luogo più bizzarro e più interessante che la sinistra abbia creato in questi ultimi anni, senza volerlo (mi riferisco alla bizzarria, si intende). Si può entrare in un’aula, come è capitato a me, e trovare venti donne, casalinghe, che discutono vivacemente del piano regolatore e di quei deserti sovraffollati che sono le città, e, viceversa, scoprire nell’aula accanto un gruppo di operai chimici che, confusi in un fumo da osteria, parlano dell’amore. (Lea Melandri, 1977)

Nel 1974 prende avvio una delle conquiste più originali dei lavoratori, i Corsi 150 Ore, che introduce la possibilità per gli operai di tornare a formarsi, durante le ore lavorative, attraverso percorsi di studio pagati dall’azienda. Nel giro di pochi mesi, le donne casalinghe, madri e mogli degli stessi operai, conquistano lo stesso diritto. 

A partire dalla sua esperienza, Lea Melandri, in dialogo con Maddalena Fragnito, racconta la storia del modulo delle 150 ore, cominciato nel 1976 ad Affori (Milano) con un gruppo di donne. Una storia documentata nel celebre film di Adriana Monti, “Scuola senza fine”, che sarà proiettato durante l’incontro.

Infine Giuliana Peyronel, responsabile della Bibliomediateca “Laura Lepetit Maltini” della Casa delle Donne di Milano, porterà una testimonianza relativa ai corsi 150 ore.

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