
Il 4 febbraio 2025 presso la Franco Angeli Academy, tradizionale luogo di incontro e di scambio culturale del quartiere Bicocca, si è svolto un incontro aperto al pubblico a partire dal libro "Trap! Suoni, segni e soggettività nella scena italiana”, a cura di Sebastiano Benasso e Luca Benvenga.
L'evento, promosso nell’ambito del Seminario Permanente “Cambiamenti e potenzialità educative e socioculturali connessi alla transizione digitale” del Centro Studi CAPTED, è stato concepito in collaborazione con il ciclo seminariale “Oltre il domani: intersezionalità, politiche e linguaggi espressivi giovanili”, organizzato dal Laboratorio di Ricerca CURA Lab (POLIMI e UNIMIB). L'incontro è stato un'occasione per discutere, da diverse prospettive disciplinari, una delle forme espressive giovanili più potenti della contemporaneità.
Durante l'evento i curatori del libro, Sebastiano Benasso (UNIGE) e Luca Benvenga (UNI PEGASO) hanno affrontato alcuni dei temi principali trattati nel volume, in dialogo con i relatori Emanuele Belotti (POLIMI) e Luisa Zecca (UNIMIB) e i moderatori Paolo Grassi (UNIMIB) e Maria Elena Ponno (IUAV).
Nel corso del dibattito sono emerse molteplici questioni, quali la trasversalità e multidimensionalità del fenomeno culturale della trap tra i giovani, e l'impossibilità di assimilare l'evoluzione della scena trap a quella di altri generi e subculture musicali.
Si è discusso inoltre della stretta relazione tra questa forma espressiva, la democratizzazione dei mezzi di produzione e la digitalizzazione delle nuove generazioni. È emerso il ruolo controverso – emancipatorio ma talvolta anche auto-estrattivo – di questa forma espressiva, rispetto alla rivendicazione orgogliosa della marginalità, del disagio sociale e della trasgressione. Elementi, questi, strettamente collegati al riposizionamento della periferia come spazio, fisico e virtuale, centrale e identitario.
Infine, è stato affrontato il tema del “panico morale” generato dalla scena trap italiana nelle fasce di popolazione che non ascoltano – e non hanno strumenti per comprendere – questo linguaggio. Si è discusso di come questo “panico” sia alimentato proprio dalla creatività dissacrante della trap nel raccontare i disvalori del modello neoliberale e capitalistico della nostra società, nella sua capacità di svelarne le contraddizioni e, in un certo senso, nel rivendicarne la legittimità.
L'incontro è stato un'importante occasione di confronto su questi temi, raccogliendo spunti di riflessione da parte di ricercatori che da anni lavorano sulla relazione tra forme espressive giovanili e formazione, spazi urbani e società.
(Testo a cura di Maria Elena Ponno, IUAV)