Antropologo
Che cosa può fare l’antropologo/a?
- Svolgere attività di ricerca in contesti accademici (università e istituti), pubblici (comuni, tribunali, commissioni ministeriali ecc.) e privati (fondazioni, ONG internazionali, singoli progetti di altro genere).
- Lavorare nella divulgazione del sapere e nell’analisi critica e pubblica del sociale (giornali e media di altra natura, interventi pubblici ecc.).
- svolgere funzioni di esperto/responsabile/dirigente in strutture relative alla cooperazione internazionale, alla comunicazione interculturale, all’orientamento nella gestione delle imprese produttive, nonché ai servizi sociali, educativi, sanitari e scolastici e relativi alla pianificazione territoriale.
- Svolgere funzioni di esperto/responsabile/dirigente nella progettazione di politiche e azioni di sostegno per i migranti e altri soggetti sociali in situazione strutturalmente problematica.
- Operare in strutture preposte alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale delle comunità locali e straniere (musei, mostre, progetti audiovideo, iniziative partecipative e artistiche).
- Lavorare in strutture e progetti volti all'apprendimento, allo sviluppo e diffusione delle conoscenze etno-antropologiche in ambito nazionale e internazionale e nel campo dell'insegnamento scolastico e di altro genere.
Funzione in un contesto di lavoro
La laureata/Il laureato in Antropologia Culturale e Sociale può lavorare in ambito locale e internazionale nel quadro di progetti culturali (creazione e divulgazione), educativi e di integrazione sociale con funzioni di direzione, di consulenza, di progettazione, di formazione e di mediazione. Può lavorare nell’ambito della ricerca con funzioni di identificazione e raccolta delle fonti e raccolta e restituzione dei dati. In quanto antropologo/a, può collaborare con le seguenti figure professionali: psicologi, sociologi e altri ricercatori e professionisti nell’ambito delle scienze umane e sociali; responsabili di politiche sociali; operatori socio-sanitari; educatori, pedagogisti e insegnanti; specialisti della gestione del patrimonio artistico-culturale; cooperanti.
La laureata/Il laureato in Antropologia Culturale e Sociale è inoltre è in grado di rivestire funzione di coordinamento negli ambiti lavorativi sopra indicati.
Competenze associate alla funzione
- Competenze disciplinari relative all’applicazione delle teorie e delle metodologie proprie dell'antropologia culturale e sociale: capacità di leggere i contesti socioculturali nella loro diversità; capacità di elaborare sguardi innovativi basati sull’analisi di dati e fonti; capacità di includere nelle analisi le relazioni simbolizzate e agite fra gli umani, i non-umani e il loro tempo (storico, attuale e futuro); capacità di leggere i contesti di vita inclusa la loro dimensione virtuale e digitale.
- Competenze antropologiche pratiche applicate (v. sotto ulteriore specificazione): capacità di ricoprire ruoli diversi (inchiesta, reperimento delle fonti, sviluppo di quadri analitici, competenze di ricerca bibliografica, etnografica e d'archivio, restituzione, realizzazione di eventi divulgativi) in progetti disciplinari e interdisciplinari in contesti di ricerca di base e applicata e di sviluppo e sostegno alla progettazione culturale e sociale. Capacità di organizzazione e restituzione dei dati qualitativi, di analisi del posizionamento individuale e delle relazioni interpersonali e di gerarchia.
- Competenze antropologiche relative ad ambiti specifici:
- Politiche e interventi sociali e territoriali: il/la laureato/a in Antropologia Culturale e Sociale ha acquisito competenze di analisi e progettazione critica in materia di cooperazione internazionale e dinamiche e politiche migratorie, ha sviluppato la capacità di lettura dei contesti di provenienza dei migranti e di analisi critica dello sviluppo e del funzionamento dei servizi a essi dedicati. È in grado di cogliere e analizzare le dinamiche legate al genere in ottica intersezionale.
- Ambito socio-sanitario: il/la laureato/a in Antropologia Culturale e Sociale ha acquisito competenze relative alla disamina delle forme simboliche e culturali della malattia e della cura, all’analisi delle politiche delle istituzioni sanitarie, all’analisi e alla gestione del pluralismo medico, alla comprensione e all’identificazione delle forme di violenza strutturale e simbolica relative alle stratificazioni e alle diseguaglianze nell’accesso alla salute, ai diritti e alla giustizia riproduttivi ecc., alle discriminazioni di genere ecc.
- Ambito museale, artistico e del patrimonio culturale: il/la laureato/a in Antropologia Culturale e Sociale ha acquisito competenze relative alla comprensione dei processi di patrimonializzazione, del rapporto tra creatività e cultura, alla musealizzazione e al turismo globale. È in grado di esaminare e riconoscere i contesti di provenienza di artisti, beni culturali e oggetti, ecc... Ha sviluppato capacità di leggere criticamente le dinamiche di gestione e manipolazione dell’eredità culturale e gli scarti fra usi sociali, cornici normative e sfruttamento commerciale e turistico della cultura.
- Risorse e ambiente: il/la laureato/a in Antropologia Culturale e Sociale ha acquisito competenze in materia di politiche ambientali e alimentari. Ha sviluppato capacità di leggere criticamente le dinamiche di identificazione, gestione e manipolazione del rapporto natura/cultura con particolare preparazione sulle relazioni umani/non-umani, sulla crisi climatica, sulle diverse idee di natura e sui saperi locali in relazione all’ambiente e sulla giustizia ambientale. È in grado di riconoscere ed esaminare il carattere culturalmente e politicamente informato della dimensione ambientale, di conoscere le diverse idee di natura e i saperi locali in relazione all’ambiente.
Sbocchi occupazionali
Il Corso di Laurea Magistrale in Antropologia Culturale e Sociale /MACS prepara alla professione dell’Antropologo. L’Antropologo lavora nell’ambito pubblico e privato, nel terzo settore e nella libera professione. I laureati che avranno crediti in numero sufficiente in opportuni gruppi di settore potranno, come previsto dalla legislazione vigente, partecipare alle prove di ammissione per i percorsi di formazione per l’insegnamento secondario.
Il corso prepara alla professione di (codifiche ISTAT):
- 2.5.3.2.2 - Antropologi
Nella comunicazione interculturale:
In ambito nazionale, responsabile di formazione, progettazione, gestione e consulenza in progetti educativi, d’integrazione sociale e di creazione e divulgazione culturale attraverso media diversi.
Nelle politiche sociali concernenti le migrazioni: Progettazione, gestione e consulenza in progetti di integrazione dei cittadini stranieri, di assistenza ai migranti e di advocacy in situazioni di pubblico impegno (relazione con entità giuridiche e di informazione, presa di parola in contesto pubblico). Revisione di progetti altrui e analisi critica del lavoro d’équipe.
Nelle politiche sociali volte a gruppi specifici in difficoltà: Progettazione, gestione e consulenza critico-culturale nell’identificazione di azioni, approcci e definizione dei gruppi in questione (reinserimento post-carcerario, perdita di alloggio, disabilità, affido ecc.). Advocacy. Analisi critica del lavoro d’équipe.
Nelle politiche sociali di intervento in situazione di catastrofe ed emergenza: Progettazione, gestione e consulenza nell’identificazione di azioni e approcci adatti. Analisi critica del lavoro d’équipe.
In ambito socio-sanitario: Formazione, consulenza e mediazione nelle strutture socio-sanitarie, sia nei progetti di ricerca sia nell’ambito dell’accesso e dell’educazione alla salute. Grazie alla formazione metodologica far emergere i fattori sociali, economici, culturali e di genere che limitano l’accesso alle strutture sanitarie e può individuare i fattori che condizionano l’efficacia delle stesse offrendo strumenti per favorire l’inclusione socio-sanitaria delle fasce più deboli della popolazione. Può inoltre contribuire in modo competente con attività di progettazione e di formazione in ambiti sensibili quali: violenza nei rapporti di intimità e di genere o prevenzione e salute delle nuove generazioni.
Nell’ambito museale, artistico e del patrimonio culturale e ambientale Formazione, consulenza, organizzazione di eventi, conservazione e progettazione in musei, enti, associazioni e privati che si occupano della tutela e promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale e della creazione artistica. L’antropologo/a offre competenze critiche di tipo museologico ed estetico evidenziando il carattere culturalmente sensibile dell’eredità culturale e gli scarti fra usi sociali, cornici normative e sfruttamento commerciale e turistico della cultura.
Nell’ambito imprenditoriale: gestione delle risorse umane, formazione e mediazione in particolare offrendo conoscenze di natura sociale, storica e culturale sulla diversità dei mondi ‘altri’ in cui le imprese operano o intendono operare e il modo migliore per entrare in un’efficace comunicazione con gli interlocutori locali rispettandone prospettiva e sensibilità.
Nell’ambito dell’informazione: l’antropologo/a può svolgere ruolo di giornalista esperto, di consulente e di accompagnamento alle indagini in campi specifici, fornire accesso a corpus di conoscenze per cui è indispensabile una formazione e fungere da mediatore in situazioni di divulgazione.
Nell’ambito della ricerca e della creazione del sapere: in ambito nazionale internazionale in università ed enti di ricerca pubblici o privati l’antropologo/a fa uso delle competenze e conoscenze apprese e delle sue esperienze di ricerca sul campo per elaborare e partecipare in modo autonomo e collaborativo a progetti di ricerca scientifica.